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Sfruttare le tecnologie digitali per migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria e renderla più equa, efficace, efficiente e a misura dei bisogni dei cittadini: è questo l’obiettivo che la telemedicina punta a raggiungere attraverso l’offerta di prestazioni e servizi a distanza. In questo articolo approfondiremo i vantaggi di questo approccio innovativo alla pratica sanitaria, sia per i pazienti che per i medici, e il ruolo che può giocare nella salvaguardia del diritto alla salute.
La telemedicina consiste nell’offerta di servizi sanitari da remoto attraverso le tecnologie informatiche. Consente di fornire assistenza senza che il paziente e il medico (o due medici nel caso si voglia chiedere un secondo parere), si trovino nello stesso luogo grazie all’impiego di dispositivi digitali, e reti di comunicazione che permettono uno scambio di dati sicuro e rispettoso della privacy. Sono tanti i servizi di telemedicina che possono sostituire, integrare o supportare quelli offerti dalla medicina in presenza, come la televisita, una visita a distanza durante la quale il medico può informarsi sullo stato di salute del paziente e prescrivere esami e cure, il telemonitoraggio, che dà l’opportunità di tenere sotto controllo i suoi parametri vitali, e il teleconsulto medico, una consulenza tra professionisti della salute che si confrontano sulla situazione clinica di un malato e condividono informazioni per via telematica. La telemedicina rappresenta dunque una straordinaria opportunità per migliorare l’assistenza sanitaria attraverso le nuove tecnologie, a beneficio sia dei pazienti, a cui offre strumenti e canali di prevenzione, diagnosi e cura, che dei medici, grazie alla sua capacità di facilitare la collaborazione multidisciplinare.
Cure più accessibili, supporto all’assistenza sanitaria domiciliare, migliore presa in carico dei pazienti fragili, come quelli cronici: sono tanti gli obiettivi che la telemedicina può consentire di raggiungere potenziando l’efficienza del sistema sanitario. La pandemia di Covid-19 ha giocato un ruolo cruciale nel dare impulso alla diffusione di questo approccio alla salute, che ha permesso di erogare prestazioni sanitarie a distanza in un periodo in cui l’accesso ai servizi in presenza era molto complesso e che, anche dopo la fine dell’emergenza, è andato sempre più affermandosi proprio per le opportunità che offre. Negli ultimi anni, la telemedicina in Italia è stata al centro di diversi provvedimenti normativi che, dalle Linee di Indirizzo Nazionali del 2014 alle Linee Guida sulla telemedicina del 2022, hanno sottolineato e disciplinato il ruolo strategico che può giocare nel rendere l’assistenza sanitaria più capillare, inclusiva e capace di soddisfare le esigenze dei pazienti. Di questo riconoscimento sono la prova i consistenti investimenti che il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) le ha destinato. Esaminiamo, allora, in dettaglio quali sono i vantaggi della telemedicina e come questa modalità di erogazione di servizi sanitari può aiutare a tutelare il diritto alla salute.
L’accesso più equo alle prestazioni sanitarie rappresenta uno dei principali benefici che la telemedicina è in grado di assicurare. La fornitura di servizi per via telematica, infatti, consente anche ai cittadini che vivono in aree remote, o scarsamente coperte da strutture come ospedali e studi medici, di sottoporsi a visite ed esami a distanza senza bisogno di affrontare lunghe trasferte, che spesso hanno un notevole impatto in termini anche economici. Questa modalità permette, quindi, di abbattere le barriere geografiche nell’erogazione di servizi per la salute, riducendo le disuguaglianze tra territori e aprendo la strada a una sanità più giusta e diffusa. Come si legge nelle Linee Guida sulla telemedicina, in Italia uno degli obiettivi della Missione 6 del PNRR, dedicata alla salute, è proprio quello di colmare il divario tra le disparità territoriali, superando la mancanza di omogeneità nella copertura di servizi sanitari da una zona all’altra del Paese: l’erogazione di prestazioni da remoto attraverso le nuove tecnologie, insieme al rafforzamento delle reti di prossimità, per esempio con gli ospedali di comunità, può contribuire a raggiungere questo risultato, consentendo di garantire a tutta la popolazione lo stesso livello assistenziale, anche in contesti geograficamente svantaggiati.
Tra gli effetti positivi della telemedicina c’è la sua capacità di rendere la casa un luogo di cura in cui ricevere l’assistenza sanitaria di cui si ha bisogno. La tecnologia, infatti, fa sì che non sia più indispensabile recarsi nell’ambulatorio del medico, in ospedale o in farmacia per effettuare visite, sottoporsi a esami diagnostici, ritirare referti, misurare parametri clinici e comunicarli al proprio curante, fare sedute di riabilitazione: con la telemedicina, infatti, tutte queste prestazioni possono essere eseguite anche nel proprio ambiente domestico. Un’opportunità che rappresenta un grande vantaggio soprattutto per i pazienti fragili, come gli anziani e le persone disabili, non autosufficienti, con ridotta mobilità o affette da patologie invalidanti, che possono usufruire di moltissimi servizi sanitari senza necessità di spostarsi dalla propria abitazione. La migliore assistenza domiciliare supportata dalla telemedicina può tradursi anche in una ridotta necessità di ospedalizzazione e, per i pazienti già ricoverati, in tempi più rapidi per le dimissioni, perché dà la possibilità di fornire cure adeguate anche a casa, assicurandone la continuità. In quest’ottica, dunque, la telemedicina rappresenta uno strumento per rispondere più efficacemente ai bisogni assistenziali dei cittadini e per migliorare la qualità della vita dei malati e dei loro caregiver.
La telemedicina può essere un importante strumento al servizio della diagnosi precoce. L’erogazione di prestazioni a distanza, infatti, può consentire un accesso a consulti medici ed esami diagnostici più rapido rispetto a quanto avviene per i servizi sanitari in presenza, che spesso hanno lunghi tempi di attesa e possono determinare ritardi nella formulazione di una diagnosi e, di conseguenza, nell’inizio delle terapie.
La telecardiologia, per esempio, che permette l’esecuzione a domicilio di esami come l’elettrocardiogramma e l’holter cardiaco, può essere utile per individuare con tempestività eventuali malattie cardiovascolari e proteggere più efficacemente la salute del cuore. Anche il teleconsulto medico, che dà ai professionisti della salute la possibilità di confrontarsi a distanza sulla situazione clinica di un paziente, è un’opportunità di scambio di informazioni che favorisce una diagnosi più precoce e appropriata. Infine, la telemedicina può rendere più veloce richiedere un secondo parere medico, ovvero un’opinione sulla diagnosi ricevuta o sul percorso terapeutico suggerito da uno specialista: molti istituti sanitari, infatti, danno la possibilità di chiedere una second opinion per via telematica, inviando via email la propria documentazione clinica e ricevendo il referto sempre tramite email. Si tratta, anche in questo caso, di una soluzione tecnologica a supporto di diagnosi più rapide e corrette e, quindi, di cure più tempestive e mirate.
Come abbiamo accennato, i lockdown durante la pandemia di Covid-19 hanno dato un grande contributo alla diffusione della telemedicina. In quel periodo, soprattutto le persone con malattie croniche, che in Italia rappresentavano il 40% della popolazione, hanno tratto grande beneficio dalla possibilità di prendersi cura della propria salute a domicilio attraverso prestazioni erogate a distanza, come ha rivelato un’indagine dell’Osservatorio UniSalute condotta in collaborazione con Nomisma. Quasi un malato cronico su tre (il 27%) interpellato nel corso del sondaggio ha dichiarato di aver monitorato le proprie condizioni cliniche proprio tramite televisite e teleconsulti, sottolineando l’importante ruolo di supporto svolto dalla telemedicina nella gestione di queste patologie. Anche il telemonitoraggio è risultato un servizio molto apprezzato per la rilevazione dei propri parametri vitali.
La telemedicina costituisce, dunque, un valido alleato per chi soffre di una patologia cronica come il diabete, le malattie cardiache, i tumori, che rendono necessari controlli regolari per valutare il decorso e l’efficacia delle terapie. La possibilità di presa in carico domiciliare di questi pazienti attraverso la fornitura di servizi sanitari in modalità remota assicura un monitoraggio costante dei loro valori, per esempio della pressione e della glicemia attraverso app e dispositivi mobili per la misurazione: questo può aiutare a prevenire le complicanze, a ridurre il ricorso all’ospedalizzazione e a favorire una più rapida de-ospedalizzazione dopo un ricovero, perché permette di garantire la continuità delle cure a casa. La telemedicina è quindi una risorsa importante nella gestione di patologie con un decorso clinico di particolare severità, come quelle croniche.
In ultima analisi, come suggeriscono le Linee di Indirizzo Nazionali, la telemedicina rappresenta uno strumento innovativo e dalle enormi potenzialità per migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria, rendendo servizi e prestazioni più efficaci e appropriati per ciascun paziente. Questo traguardo è il risultato della razionalizzazione dei processi sociosanitari e della migliore presa in carico dei malati e può avere un impatto positivo sia sul contenimento della spesa sanitaria attraverso il ricorso a prestazioni a distanza, sia sulla riduzione del costo sociale delle malattie, resa possibile da un più efficiente sistema di prevenzione, diagnosi e cura.
FONTI:
https://www.salute.gov.it
https://www.gazzettaufficiale.it/
https://www.pnrr.salute.gov.it/
https://www.humanitas.it/
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