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Avete mai sentito parlare di “babywearing”? Si può tradurre letteralmente con “indossare il bambino” grazie ad apposite fasce e marsupi, ed è una pratica che sta guadagnando sempre più popolarità tra i genitori di tutto il mondo. Non solo consente di avere le mani libere, ma favorisce anche un legame di vicinanza più intimo e profondo tra il genitore e il neonato, contribuendo al benessere di entrambi. In questo articolo scopriamo cos’è il babywearing e quali sono i suoi benefici, quando si può iniziare, insieme alle misure di sicurezza da tenere in considerazione.
Per il neonato, il contatto con il corpo dei genitori è fondamentale: la richiesta di stare in braccio è quindi del tutto fisiologica, per quanto alcune volte metta il genitore in difficoltà. Il babywearing permette di andare incontro a questa esigenza del piccolo e, al tempo stesso, garantire libertà di movimento e di azioni a chi lo porta. Questa pratica, che ha radici molto antiche e viene utilizzata in molte culture tradizionali in tutto il mondo, consiste infatti nel “portare” il bambino a stretto contatto con il nostro corpo utilizzando un supporto apposito, come una fascia, un marsupio o una struttura ergonomica. Un po’ come se fosse cucito addosso, da qui il significato di babywearing.
Il babywearing offre una serie di benefici che vanno oltre la praticità dell’avere le mani libere, a differenza di quanto accadrebbe portando in braccio il bambino. Ricrea per il neonato un ambiente simile a quello del grembo materno, e la prossimità gli permette di fargli percepire il calore, l’odore e il battito cardiaco di chi lo porta. Abbiamo visto come per il bambino è essenziale il contatto con il genitore, che favorisce un senso di sicurezza e calma, riducendo il pianto e migliorando la qualità del sonno. Non solo: diversi studi hanno dimostrato che i bambini “portati” sviluppano meglio le capacità cognitive e motorie grazie alla stimolazione costante dell’ambiente circostante, come anche il linguaggio, in quanto esposti direttamente alla conversazione di adulti.
Per i genitori, invece, il babywearing facilita l’allattamento e rafforza il legame affettivo. Inoltre, aspetto da non sottovalutare, portare il bambino con apposite fasce o dispositivi ergonomici può aiutare a distribuire meglio il suo peso, riducendo lo stress sulla schiena e sulle spalle rispetto al trasporto a braccio.
È una delle domande che ricorre spesso tra i neo-genitori. La risposta è che, in realtà, si può iniziare con il babywearing fin dai primi giorni di vita del neonato, purché si utilizzino i supporti adeguati e si seguano le linee guida di sicurezza. Si tratta di un percorso che può variare a seconda delle richieste del bambino, ed è fatto di ascolto reciproco: non ci sono quindi tempi da rispettare. Ma vediamo alcuni punti importanti da tenere in considerazione.
Nonostante stia acquisendo popolarità, si tratta di una pratica ancora poco diffusa in Italia, e le domande per chi si approccia a questo mondo la prima volta sono tante. Come iniziare il babywearing? Quali supporti preferire? Come si chiudono le fasce? È necessaria una consulenza? Cominciare può sembrare complicato, ma con un po’ di pratica diventa semplice e naturale. Ecco alcuni consigli utili!
Vediamo alcune cose da non fare:
Buon senso, sicurezza e ascolto reciproco sono essenziali se si vuole iniziare questa pratica che può apportare numerosi benefici, sia al bambino che ai genitori. Il nostro consiglio è sempre quello di rivolgersi a professionisti esperti in babywearing per aiutarvi nell’individuare i supporti giusti, le posizioni corrette e a cosa prestare attenzione quando si porta il bambino. Vedrete che, con un aiuto concreto e un po’ di pratica, troverete il modo migliore per portare i vostri bambini con grande naturalezza e serenità e vi godrete appieno questa esperienza incredibile!
Fonti:
www.uppa.it
ospedalebambinogesu.it
Immagine in evidenza di NataliaDeriabina/gettyimages.it
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