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Comprendere e gestire le proprie emozioni è sempre complicato, a qualunque età. Ma per i più piccoli può esserlo di più, soprattutto quando si tratta di emozioni forti come paura, preoccupazione e ansia. Di per sé l’ansia non è un’emozione negativa, ma può esserlo se le sue manifestazioni non vengono gestite, ascoltate o accolte adeguatamente dai genitori, diventando persistenti ed eccessive e compromettendo il benessere generale del bambino anche già in tenera età.
In questo articolo cerchiamo insieme di capire cos’è l’ansia e come riconoscerla nei bambini attraverso alcuni importanti segnali e sintomi, ma soprattutto come aiutare i genitori.
sanjeri/gettyimages.it
L’ansia può essere definita come uno stato emotivo caratterizzato da paura intensa, preoccupazioni e apprensione che si manifesta anticipatamente di fronte alla percezione di uno stimolo ritenuto minaccioso o a un evento negativo futuro, che non è presente e potrebbe accadere.
È bene specificare che l’ansia non è un fenomeno anomalo o sempre patologico. È un’emozione comune di base, come la paura, che innesca nella persona una serie di reazioni cognitive, comportamentali e fisiologiche quando una situazione viene percepita come “pericolosa”. In una certa misura, l’ansia è fisiologica e ha la sua utilità: informa il nostro cervello che ciò che stiamo per affrontare può essere più o meno pericoloso o comunque importante (come un esame scolastico o un evento sportivo), predisponendo l’intero organismo in modo tale da anticipare e pianificare una risposta efficace a quella determinata situazione. Ad esempio, aumenta la frequenza del battito cardiaco e quella respiratoria per portare più ossigeno ai muscoli, migliorando così l’attenzione e rendendo il nostro corpo più efficiente e pronto a reagire. Provare ansia anche da bambini, quindi, è normale, ad esempio prima di una gara importante, di una verifica o un’interrogazione, oppure di una recita scolastica, e può aiutare i più piccoli a essere vigili e a migliorare la prestazione.
Ma come tutte le cose, troppa ansia può far male. In alcuni casi, infatti, può assumere connotazioni eccessive ed essere espressa attraverso comportamenti disfunzionali o inappropriati. Se uno stato d’ansia perdura oltre lo stimolo che l’ha innescata, ecco che assume una connotazione negativa in quanto va a compromettere la quotidianità. Facciamo un esempio: se dopo la conclusione di una verifica il bambino continua a rimuginarci sopra, ad avere grosse preoccupazioni, e magari arriva a non dormire la notte per i pensieri negativi e a manifestare sintomi fisici come nausea, mal di testa o altro, in questo caso l’ansia sta compromettendo la sua vita quotidiana.
Livelli intensi, elevati e frequenti di ansia, quindi, se non gestiti e trattati correttamente e magari sottovalutati dai genitori e dalle persone che si occupano del bambino, possono strutturarsi in un vero e proprio disturbo.
evgenyatamanenko/gettyimages.it
Purtroppo, i disturbi d’ansia tendono a esordire proprio nell’infanzia o nell’adolescenza e a persistere nel corso della vita, se non vengono riconosciuti e se non si interviene efficacemente. Ma quali sono le cause? Spesso non esiste “una” causa: i fattori scatenanti possono essere diversi. Ad esempio:
Come anticipato, l’ansia agisce su differenti livelli – cognitivo, comportamentale e fisiologico – innescando reazioni e sintomi che incidono sui diversi apparati (soprattutto cardiovascolare, respiratorio e gastrointestinale).
A livello cognitivo possiamo riscontrare sintomi come preoccupazione intensa e persistente, scarsa concentrazione, problemi o vuoti di memoria, rimuginio di pensieri, presenza ricorrente di pensieri negativi.
A livello comportamentale, invece, sintomi come irritabilità, condotta da evitamento, difficoltà ad addormentarsi e agitazione psico-motoria.
A livello fisiologico, l’ansia può manifestarsi con:
fino a dolori al petto, brividi, spasmi, vertigini e altri sintomi più severi.
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Nei bambini, l’ansia si può manifestare in maniera differente e a seconda dell’età. Ma in generale, i segnali a cui bisogna prestare attenzione sono:
Ribadiamo che una certa dose di ansia è fisiologica e “normale”, anche nei bambini più piccoli. Diventa un problema quando questa è eccessiva e sproporzionata rispetto all’evento da affrontare, si manifesta anche al di fuori di esso, magari in momenti inappropriati, incide profondamente sulle normali attività quotidiane e perdura nel tempo.
Riconoscere l’ansia e le sue cause è tutt’altro che semplice. Spesso, infatti, soprattutto in tenera età, i bambini non sono in grado di esprimere a parole ciò che provano e il loro disagio e di conseguenza anche aiutarli può essere difficile. E anche i genitori, di fronte a un bambino in crisi, non sanno come affrontarlo.
Come possiamo aiutare i bambini a gestire l’ansia? Vediamo alcuni consigli su cose da fare e cose da non fare.
Cose da evitare:

Cose da fare:
Non solo: in generale, cercare di assicurare il più possibile un ambiente casalingo tranquillo e rilassante, ridurre le fonti di stress e incoraggiare a uno stile di vita sano, con un’alimentazione bilanciata e attività fisica regolare, può aiutare il bambino a vivere una vita serena e senza ansia.
In ogni caso, se temete che il vostro bambino soffri di disturbi di ansia che interferiscono con il suo benessere e la sua serenità, è fondamentale chiedere un supporto e rivolgersi a un professionista qualificato in igiene mentale e specializzato in età evolutiva. Iniziare un percorso diagnostico e psicotepeutico è essenziale per provare a rintracciare la causa scatenante dell’ansia, alleviare i sentimenti di angoscia e preoccupazione e, soprattutto, imparare a gestirli quando arrivano, senza esserne sopraffatti.
Fonti:
centroterapia.it
uppa.it
ospedalebambinogesu.it
msdmanuals.com
grupposandonato.it
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