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In estate, ancor più che in altre stagioni, può capitare di essere punti da un insetto. A seconda del luogo in cui viviamo, o della zona che visitiamo in vacanza, potremo incontrarne diversi tipi. Le irritazioni possono essere più o meno fastidiose o pericolose: proprio per questo, dobbiamo essere informati e sapere come intervenire adeguatamente.
Vediamo allora quali reazioni può provocare la puntura di insetto, quali sono gli insetti più diffusi nelle nostre zone e come riconoscerne i segni sulla pelle.
Innanzitutto, è bene sapere quali sono gli insetti più diffusi nel nostro ambiente e i motivi per cui pungono: questo ci aiuterà a comprendere quali accorgimenti si possono mettere in atto per evitare – per quanto possibile – di essere pizzicati.
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Alla nostra latitudine, incontriamo frequentemente:
Approfondiamo ora le diverse tipologie di punture e le reazioni che possono provocare nell’uomo, per riconoscerle e trattarle nel modo corretto.
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È importante sapere che, tranne in casi di allergie o problematiche particolari, come la trasmissione di batteri e infezioni, la puntura di questi insetti non è pericolosa. Non vanno però sottovalutati, perché sono tutti irritanti, e possono comunque causare malessere sia negli adulti che nei bambini, specialmente in caso di allergie.
Ma perché veniamo punti?
Insetti come le api, i calabroni e le vespe pungono per difendersi: salvaguardano i loro nido, le uova e piccoli, e nel caso dell’ape la sua missione è proteggere l’arnia e l’ape regina.
Proprio per questo, se ci si avvicina uno di questi insetti, agitarsi con movimenti bruschi è sconsigliato: l’animale percepirà infatti un attacco pericoloso, e sarà più propenso a pungere.
Gli altri insetti – zanzare, tafani, zecche, pappataci, pulci, formiche e cimici dei letti – pungono invece per nutrirsi: sono infatti insetti ematofagi, ovvero che si nutrono del sangue umano o degli animali.
Una puntura d’insetto è detta pomfo: si tratta infatti, nella maggioranza delle sue manifestazioni, di un’irritazione cutanea in rilievo con la presenza di un forellino che indica il punto in cui l’animale ha morso, provocando arrossamento e rigonfiamento.
Vediamo insieme le particolarità delle punture degli insetti citati precedentemente, anche per essere pronti a riconoscere di quale si tratta.
Queste punture si gonfiano immediatamente e subito iniziano a prudere, anche violentemente. Possono esserci più pomfi uno vicino all’altro e a volte capita che il prurito si risvegli dopo diversi giorni.

Le punture di questi insetti sono dolorose, ma non pericolose a meno che il soggetto non sia allergico. Il dolore viene avvertito nel momento in cui il pungiglione dell’animale si conficca nella pelle, e il pomfo si gonfia immediatamente, dando luogo a un rigonfiamento circolare con un buco al centro, circondato da una zona rossa.
Di solito il gonfiore è di un diametro di circa 3 centimetri: se è più grande, potrebbe indicare una lieve reazione allergica (approfondiremo in seguito i sintomi di eventuali shock da punture di insetti). In caso di puntura d’ape, è necessario rimuovere subito il pungiglione, che si vede a occhio nudo: si può intervenire con le mani o con l’aiuto di una pinzetta.
Queste punture sono pomfi di forma irregolare, duri, rossi e dolorosi. Spesso sono più di uno nello stesso punto, e rimangono evidenti e pruriginosi per vari giorni.
Le punture di zecche, invece, non provocano dolore, e spesso non ci si accorge nemmeno della loro presenza. Il fastidio sopraggiunge successivamente, quando la zecca comincia a succhiare, perché la zona si gonfia e diventa dolorosa in modo permanente. A questo punto si può intervenire, rimuovendo l’animale con una manipolazione o prodotti specifici: rimarrà un piccolo foro, nel quale si formerà una crosticina che poi guarirà completamente.
Le punture di questi insetti sono tra le meno fastidiose: sono cerchietti rossi, leggermente in rilievo, agglomerati l’uno vicino all’altro. Provocano un leggero prurito, e non sono pericolose per l’uomo: lo sono invece per gli animali, come accennato precedentemente.
Le pulci pungono ripetutamente, e le loro punture si riconoscono dall’irritazione a grappolo: tanti puntini pruriginosi che si espandono nella stessa area. Prudono con intensità lieve, e spariscono dopo qualche giorno.
La puntura di una formica è una piccola piaga rossa, a cui si accompagna una vescica piena d’acqua, che si può poi infettare e diventare di colore più torbido. Spesso queste punture sono tante e tutte vicine.
Ci si accorge di essere stati punti da una cimice da letto solitamente al risveglio, notando pomfi di grosse dimensioni, duri e rossi, raggruppati in varie zone del corpo.

Tutte queste punture, se il soggetto non è allergico, si possono trattare con lozioni ad hoc, creme lenitive ed eventualmente ghiaccio per diminuire gonfiore e dolore. Inoltre, in particolare per le punture di zanzare, si possono valutare anche rimedi naturali, come la citronella.
Il consiglio è di non grattare i pomfi pruriginosi, perché facendolo si rischia di irritare ulteriormente la pelle, provocando delle microlesioni che possono infettarsi.
Tuttavia, alcuni insetti – in particolare api, vespe e calabroni – possono provocare reazioni allergiche gravi, che possono portare addirittura alla morte.
Se dopo la puntura si notano le seguenti reazioni, è necessario ricorrere subito all’utilizzo di farmaci specifici, recarsi al pronto soccorso o chiamare rapidamente un’ambulanza:
Le punture d’insetto, per quanto fastidiose, sono quindi gravi solo in caso di allergie, ma non vanno comunque sottovalutate, specialmente nel periodo estivo in cui passiamo più tempo all’aria aperta.
Sapevate come riconoscerle?
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